
Viva la RAI
Che lo si ammetta o meno, durante la settimana del Festival di Sanremo, tutti ci sintonizziamo almeno una volta sulla RAI.
Per me la RAI è il sabato sera in casa di quando ero bambina.
Noi, Fantastico 1987 condotto da Adriano Celentano con Heather Parisi, Marisa Laurito, Massimo Boldi e Maurizio Micheli, lo abbiamo guardato sempre. Avevo 9 anni e stavo con i miei genitori sul divano a godermi quello che il grande Adriano inventava ogni sabato per tenere incollati i telespettatori. Quella edizione di Fantastico ha portato con sé numerose polemiche e critiche, in particolare per le lunghe pause di silenzio di Celentano durante i suoi monologhi, giudicate fuori luogo per un varietà televisivo.
Tra gli interventi che fecero scalpore ci fu quello in cui Celentano, alla vigilia di un referendum abrogativo, invitò a scrivere sulla scheda
La caccia e contro l’amore
scritto proprio senza accento. L’invito era stato preceduto da un filmato di Greenpeace che documentava l’uccisione di cuccioli di foca da parte dei bracconieri del mercato delle pellicce. Celentano fu anche processato per quell’invito, perché scrivere frasi sulla scheda avrebbe comportato l’annullamento del voto. In un’altra puntata Adriano invitò gli spettatori a spegnere il televisore per cinque minuti: otto milioni di persone, tra cui noi, lo fecero.
Storia del marchio RAI
La storia dell’azienda radiotelevisiva italiana si lega necessariamente alla nascita del servizio pubblico radiofonico. Nel 1924, nasce a Roma la URI (Unione Radiofonica Italiana) derivante dalla fusione tra la Radiofono (Società italiana per le radiocomunicazioni circolari) e la SIRAC (Società italiana radio audizioni circolari).
L’azienda ha preso nel tempo altre denominazioni: nel 1927 EIAR (Ente italiano audizioni radiofoniche), nel 1944 RAI (Radio audizioni italiane) e nel 1954, con il regolare servizio televisivo, “RAI Radiotelevisione italiana”. Il primo marchio risale al 1948 ed era caratterizzato dalle tendenze grafiche dell’epoca: lettere squadrate e un accentuato ricorso alle linee ortogonali.

Marchio RAI 1948.
Il secondo marchio è del 1970: a lettere minuscole, in parte ancora fortemente squadrate, con linee curve enfatizzate nel pallino della “i” che corrisponde a quello della “r” e della “a”.

Marchio RAI 1970.
Nel 1983 il nuovo marchio è caratterizzato dalle tre lettere arrotondate maiuscole, unite tra loro.

Marchio RAI 1983.
Si aggiungono i tre simboli che identificano le tre reti: sfera blu per RaiUno, cubo rosso per RaiDue e tetraedro verde per RaiTre.

Marchio RAI 1983.

Marchio RAI 1988.
Nel 1988 il marchio subisce un nuovo restyling. Le lettere del marchio vengono separate per agevolarne l’effetto tridimensionale. Viene inserita la bandiera italiana. Le lettere hanno arrotondamenti solo in due punti, diagonalmente opposti, per ciascuna lettera. Il risultato, rispetto alla versione precedente è quello di una maggiore solidità, leggibilità e modernità.

Marchio RAI 2000.
Nel 2000 un nuovo marchio, con una farfalla composta da due elementi uguali e opposti.

Marchio RAI 2010.
Nel 2010, in corrispondenza del passaggio al digitale terrestre, i marchi si uniformano e diventano bianchi semitrasparenti per evitare l’effetto sovra impressione sui televisori al plasma. Hanno una struttura rettangolare per adattarsi al formato 16:9.
Ora la televisione segue un altro passo ed è il momento dei programmi e delle serie TV in streaming.
Però io a distanza di 30 anni la sigla di chiusura di Fantastico 1987 me la ricordo ancora e mi ricordo che stavo sveglia fino alla fine – magari con qualche pausa – per vederla ogni volta.
S’è fatto tardi ma siamo rimasti qua fermi sul cosa si fa ed in attesa d’ispirazione…è ancora sabato C’è qualche sintomo di nervosismo da voglia di promiscuità, di paranoia da tentazioni…è ancora sabato Ma se guardando in su e stiracchiandomi non so trovare un’idea dovremo pure inventarci qualcosa…è ancora sabato.. ..prova a tirarti su, prova ad uscire un pò, prova qualcosa in più, prova a non dir di no… la notte t’ispirerà, ah ah ah, poi domani è festa e sarà quel che sarà…![]()
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