Una startup di valore

UNA STARTUP DI VALORE AVV SILVIA DI VIRGILIO LEX AROUND ME MILANO

Una startup di valore

La proprietà intellettuale rappresenta da sempre un fattore determinante nella protezione dell’innovazione.

Quando si parla di proprietà intellettuale ci si riferisce ai marchi, ai brevetti, al disegno industriale, al know-how e anche al diritto di autore.

Saper riconoscere e dare un valore all’idea, all’innovazione, proteggendo gli ideatori vale per le imprese – in termini di diritti di proprietà intellettuale – e per le startup.

Anzi, a maggior ragione per le startup perchè rappresenta un passo fondamentale per far sì che anche piccole realtà innovative, con scarsa disponibilità economica e senza potere contrattuale, possano sopravvivere e posizionarsi sul mercato.

Per le startup riveste particolare rilevanza la tutela del marchio e quella del brevetto.

Sull’importanza di trovare un nome e proteggerlo ho già parlato in questi due post: Startup: oltre alla tua idea difendi anche il tuo nome e La tua startup è unica?

E il brevetto?

Il brevetto è il titolo che consente a chi ha realizzato un’invenzione di poterla produrre e commercializzare in esclusiva nello stato in cui il brevetto è stato richiesto.

In sostanza si tratta di un contratto tra l’inventore e lo Stato: l’inventore accetta di rivelare i dettagli della propria soluzione innovativa. In cambio lo Stato gli concede l’esclusiva allo sfruttamento e il diritto di monopolio per un determinato lasso di tempo, solitamente uguale a 20 anni.

Questo contratto, da un lato, consente la diffusione di una soluzione che altrimenti rimarrebbe segreta; dall’altro fornisce all’ideatore la possibilità di compensare lo sforzo impiegato nello sviluppare l’innovazione.

Ottenere e mantenere il diritto di brevetto è complesso, soprattutto per le giovani imprese.

Per le startup lo sfruttamento del diritto sul brevetto non può esistere solo in ottica difensiva, per cui si deposita un brevetto solamente per evitare che i competitor possano trarne vantaggio.

Questo rappresenta per una startup un costo senza ritorno e insostenibile.

E’, invece, necessario valorizzare il possibile effetto leva che riguarda la capacità di attrarre capitali sfruttando la proprietà intellettuale. Dimostrando, ad esempio, le potenzialità dell’innovazione brevettata con l’obiettivo di attirare potenziali finanziatori interessati.

I brevetti possono portare ritorni anche attraverso attività di licensing o l’ottenimento di benefici non direttamente economici.

Una volta compresa l’originalità dell’idea e la strategia per ottenere finanziamenti, il percorso di ottenimento e mantenimento del brevetto è comunque complesso. Soprattutto se sostenuto da startup e realtà giovani.

I costi e i tempi di approvazione dei brevetti – intorno ai 3 anni – sono elevati e difendersi giuridicamente da aziende con capacità economiche di gran lunga superiori può rappresentare un ulteriore ostacolo.

Chi ottiene il brevetto non guadagna per sempre su quel brevetto.

Questo perché un qualsiasi prodotto può essere coperto da brevetto per al massimo venti anni.

Sempre che si paghi annualmente la corrispondente tariffa all’ufficio brevetti. Altrimenti la copertura brevettuale finisce nel momento in cui si smette di pagare.

Trascorsi venti anni puoi continuare a produrre e vendere quel determinato prodotto (e guadagnarci sulla vendita). Ma chiunque può a quel punto produrre e vendere lo stesso prodotto senza pagarti nulla.

Un esempio?  l’Aspirina.

Oggi tutti possono produrre l’Aspirina; in realtà possono farlo da più di ottant’anni. Il fatto è che nessuno (Bayer esclusa) può chiamarla Aspirina.

Aspirina è il nome commerciale dato dalla Bayer all’acido acetilsalicilico; nome che la Bayer ha registrato come marchio e che, quindi, nessun altro può usare.

Infatti ci sono diversi prodotti alternativi all’Aspirina, tutti a base di acido acetilsalicilico. Ma nessuno si chiama Aspirina. E la Bayer guadagna sulle vendite del prodotto Aspirina, non più sul brevetto. Perchè sono trascorsi i venti anni di validità del brevetto.

A differenza dei marchi registrati. Questi ultimi puoi riservarli per l’eternità, basta rinnovarli alla scadenza.

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