
Un Influencer deve registrare il suo marchio?
Per Creators e Influencer i marchi rivestono un ruolo fondamentale.
Creators e Influencers lavorano con testi, immagini e video. E molto spesso questi contenuti contengono loghi, scritte o simboli. Le dirette degli streamer su Twitch mandano in onda i marchi dei videogiochi.
L’unboxing di un prodotto porta con sé la pubblicazione di un marchio altrui. Anche il nickname diventa spesso a tutti gli effetti un marchio di “proprietà” su tutti i social.

Foto di Brett Jordan su Unsplash
Il marchio dell’Influencer
Nella vita degli Influencer i marchi non rimangono solo online.
Una conseguenza quasi naturale della carriera di ogni creator è quella di affiancare all’attività online anche la produzione di merchandising o di altri beni. Abbigliamento, libri disegni, cosmetici sono passati dai canali social agli scaffali dei negozi fisici. Linee di abbigliamento brandizzate, gadget per bambini, articoli di cancelleria, zaini.
Cos’hanno in comune tutti questi esempi? Il potenziale uso di marchi, con tutti gli effetti giuridici che ne conseguono.
A livello legale, il marchio è uno dei segni distintivi di cui qualsiasi impresa (anche individuale) può dotarsi. Può essere intestato a una persona fisica o giuridica e serve a distinguere i prodotti e i servizi offerti.
Il marchio registrato attribuisce al titolare il diritto esclusivo di usare nei rapporti commerciali una determinata dicitura, riprodotta in qualsiasi modo – per il marchio denominativo – o nell’esemplare depositato, con i colori, font se marchio figurativo.
I rischi per il marchio di un influencer
Attraverso il marchio, soprattutto se registrato, è possibile impedire ad altri di sfruttare il proprio lavoro in modo illegittimo.
Tra tutti il caso in cui un influencer è stato condannato a pagare una somma ingente come risarcimento economico dal Tribunale di Milano, perché aveva pubblicato delle foto in cui delle scarpe da lui prodotte erano state poste sul cofano di una Ferrari, vicino al famoso cavallino rampante. La condotta era stata in quel caso considerata “parassitaria”, perché suggeriva l’esistenza di un’associazione con la casa automobilistica di fatto mai esistita.
Ma casi di questo tipo sono frequenti anche tra i creator. As esempio se un influencer con un seguito modesto decide di usare i segni distintivi di una altro canale al fine di diffondere la convinzione di essere associato a un altro canale con più iscritti commette una violazione.
Ovvio che se l’utilizzo del marchio altrui non è tale da farne perdere il carattere distintivo presso il pubblico di riferimento, non si commette nessuna violazione.
Ad esempio in un video in cui si fa una recensione o si commenta l’operato altrui chi visualizza sarà consapevole che si tratta di soggetti diversi, senza alcun rapporto commerciale in essere.

Foto di Vale Arellano su Unsplash
Perché un influencer dovrebbe registrare un marchio
Il marchio consente di inibire azioni altrui di concorrenza sleale. Aiuta a consolidare la propria attività, assicurando che altri non compiano azioni dannose nei propri confronti.
Al deposito della domanda di marchio, infatti, specificando le classi e le sottoclassi per cui si chiede la registrazione si identificano anche i beni e i servizi per cui si chiede la tutela. Un Influencer che registra il proprio marchio può, ad esempio, decidere di farlo valere come marchio non solo online, nei suoi canali social, ma anche per la produzione di abbigliamento, prodotti o gadget.
In questo modo, se registrasse il marchio nella classe che tutela l’abbigliamento è tutelato anche per le ipotesi in cui un terzo voglia sfruttare il suo marchio registrato per produrre, ad esempio, magliette senza la sua autorizzazione.
Se l’Influencer non ha registrato il proprio marchio
Anche il marchio non registrato, detto “di fatto”, gode della protezione della legge in una certa misura.
Infatti, se si usa un marchio non registrato per un certo periodo di tempo, in modo tale da fargli acquisire una certa distintività e riconoscibilità presso il pubblico di riferimento, anche il marchio non registrato può godere di una serie di diritti esclusivi.
Ad esempio se un Influencer ha sempre usato un marchio sui propri canali social – purché, ovviamente, non appartenga già a un altro soggetto – potrà farlo valere contro chi cercherà di porre in essere delle azioni parassitarie a suo danno. In ogni caso, rimane sempre consigliabile registrare il marchio appena se ne ha occasione.
In questo modo, infatti, non sarà necessario dar prova del fatto che l’attività ha acquisito una sufficiente notorietà e riconoscibilità per rivendicarne l’utilizzo in via esclusiva. Anche nei confronti di soggetti che in buona fede intendano utilizzarlo.
Registrare il marchio rappresenta una svolta per tanti Creator e Influencer che si scontrano con la mancanza di una normativa chiara e tutele insufficienti. Anche solo per vedere riconosciuta la loro attività.
Dare una maggior solidità alla propria attività, prestare particolare attenzione alla tutela dei propri beni immateriali – fra cui, ad esempio, il nome a dominio e il proprio know-how, è una strategia da attuare da subito. Solo in questo modo è possibile prevenire le eventuali azioni parassitarie e di concorrenza sleale e tutelare il proprio brand.
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