
Startup: oltre alla tua idea difendi anche il tuo nome
Hai finalmente sviluppato la tua idea, hai trovato il modo per finanziarla e hai pianificato risorse e mezzi per poterla realizzare.
Hai anche scelto il nome giusto per distinguerti dalla concorrenza ed emergere sul mercato?
In questo articolo ti spiego perché devi proteggere il tuo marchio e come puoi farlo al meglio.
Perché registrare il marchio della tua startup?
Perché crei fiducia
Il marchio è il tuo biglietto da visita, il segno distintivo con cui il pubblico ti conosce (e riconosce) sul mercato.
Attraverso il tuo marchio crei un rapporto di fiducia con il pubblico, fondamentale per acquisire e mantenere quote di mercato.
Il marchio ti consente di identificare il tuo prodotto e di distinguerlo da altri prodotti simili o identici di aziende concorrenti.
Perché rappresenta un valore per la tua startup
Registrando il tuo marchio eviti di compromettere gli investimenti fatti per promuovere il tuo prodotto o servizio.
Inoltre impedisci che un’impresa concorrente utilizzi un marchio simile al tuo, indirizzando il pubblico verso i suoi prodotti e servizi invece che verso i tuoi.
Questo, oltre a far diminuire i tuoi profitti, rischia anche di danneggiare la tua immagine, soprattutto se il prodotto del tuo concorrente è di qualità inferiore.
Inoltre un marchio registrato attribuisce diritti esclusivi che ti consentono di impedirne l’uso non autorizzato da parte di altri soggetti.
Perché è una risorsa economica
Un marchio registrato ha, inoltre, un valore commerciale.
La registrazione del tuo marchio non ti garantisce solo una tutela da un utilizzo non autorizzato ma può anche essere monetizzata.
Infatti il marchio costituisce un capitale che può essere oggetto di operazioni di sfruttamento commerciale, tramite la concessione di licenze, contratti d’esclusiva, merchandising o sponsorizzazione.
Qual’è il marchio migliore per la tua startup?
Come sai avere un’idea innovativa non basta, bisogna anche proteggerla al meglio, scegliendo con cura il marchio da registrare.
Altrimenti rischi di aver buttato via l’investimento economico per la registrazione del marchio e tutto il tempo e l’attività che hai speso per realizzare il tuo prodotto con quello stesso marchio.
Un esempio?
L’azienda Polacca Mr. Lemonade Alternative Drinks produce dal 2012 una bibita analcolica, naturale, priva di coloranti e additivi che ha ricevuto anche un premio dal fondo per l’innovazione economica dell’Unione Europea.
L’azienda ha scelto di chiamare la sua bibita John Lemon.

John Lemon.
Che il marchio John Lemon fosse volutamente un riferimento all’iconica figura di John Lennon oppure derivi da una puntata dei Simpson (episodio 21, 14° Serie) in cui Bart e Milhouse trovano nella collezione dei Beatles del vicino Ned Flanders una lattina di «John Lemon» e si ritrovano nel bel mezzo di un trip psichedelico, non è dato sapere.
Ma l’assonanza con il nome dell’ex Beatles John Lennon è di immediata percezione.
L’azienda non si è limitata all’assonanza della bevanda con il nome di Lennon.
Nel materiale pubblicitario ha usato la frase ‘Let it be’, titolo dell’album e del brano dei Beatles del 1970, e l’immagine di un paio di occhiali tondi come quelli utilizzati dalla star, famosi in tutto il mondo.
Minacciando un’azione legale per ‘violazione del marchio’, i legali di Yoko Ono, moglie dell’ex Beatles, hanno intimato all’azienda e ai distributori della bevanda in ben tredici paesi europei di interrompere la commercializzazione del prodotto con quel marchio.
In aggiunta hanno formulato una richiesta di danni per un valore di € 5.000,00 per ogni giorno di violazione e di € 500,00 per ogni bottiglia venduta.
L’azienda, che aveva registrato il marchio nel 2014 – due anni prima che Yoko Ono registrasse nel 2016 quello di John Lennon – ha negato di aver voluto sfruttare il nome di Lennon per realizzare maggiori guadagni.
Ma nella richiesta di risarcimento i legali di Yoko Ono hanno dimostrato il contrario, esibendo l’immagine pubblicata sulla pagina Facebook di John Lemon Irlanda con una foto di Lennon con in mano dei limoni sopra il logo della compagnia.
A questo punto la Mr. Lemonade Alternative Drinks, davanti al rischio di dover pagare milioni di euro di danni, ha rinunciato all’etichetta considerata lesiva dalla vedova di John Lennon.
L’accordo raggiunto con i legali di Yoko Ono prevede che l’azienda intraprenda un processo di rebranding e la bibita ha infatti preso il nome di On Lemon.

On Lemon.
Perché ti ho riportato questo esempio?
Perché per quanto la tua idea sia vincente e il marchio regolarmente registrato la scelta del nome per il tuo progetto deve essere preliminarmente valutata in tutti i suoi aspetti, anche giuridici.
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