
Segreti commerciali: come proteggerli
I segreti commerciali hanno un ruolo sempre più rilevante all’interno di un’azienda. Contribuiscono, a volte anche più degli altri diritti di proprietà industriale, a determinare il valore e il patrimonio di un’azienda.
Il know-how è a tutti gli effetti un asset aziendale da cui può dipendere la stessa capacità di un’impresa di restare sul mercato. O di assicurarsi un vantaggio competitivo nel settore in cui opera.
Cosa sono i segreti commerciali
Rientrano tra i segreti commerciali le esperienze aziendali di natura tecnico-industriale e le informazioni commerciali che circolano all’interno dell’azienda stessa. Ed è proprio nel rapporto con dipendenti e collaboratori, specie se strategici, che la tutela delle informazioni trova le insidie maggiori.
Ad esempio, alla cessazione del rapporto di lavoro, l’obbligo di fedeltà previsto dall’art. 2105 c.c. – almeno in relazione alle cognizioni e alle esperienze maturate dal lavoratore nel corso del rapporto – viene naturalmente meno. Così permettendo al dipendente di portare tale bagaglio con sé presso il nuovo datore di lavoro.
Si tratta di una circostanza difficile da evitare ma è una fonte di potenziale danno per l’impresa. E’, quindi, doveroso porre massima attenzione in merito alla gestione dei segreti commerciali, tanto durante quanto al termine del rapporto di lavoro.

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Come proteggere i segreti commerciali in azienda
E’ assolutamente opportuno individuare, meglio se nel contratto di lavoro o tramite NDA (Non Disclosure Agreements) quali siano i segreti commerciali che andrà a gestire il dipendente, a chi potrà rilevarli, con quali modalità, ecc…
Oltre alla predisposizione di strumenti tecnici di ostacolo alla diffusione delle informazioni ai soggetti non autorizzati. È però il momento della cessazione del rapporto del lavoro che comporta i rischi maggiori nella gestione delle informazioni apprese dal dipendente. E la mancata assunzione di preventive misure di protezione da parte dell’impresa può comportare seri rischi.
Pur essendo pacifico che le esperienze e conoscenze acquisite dal lavoratore rientrino suo bagaglio professionale, purché apprese legittimamente, è altrettanto pacifico per l’ex dipendente l’obbligo di riservatezza sulle informazioni che costituiscono patrimonio esclusivo dell’azienda stessa.
E’, quindi, fondamentale che nel corso del rapporto di lavoro l’azienda abbia individuato in modo preciso per quali informazioni proseguirà l’obbligo di riservatezza da parte del dipendente alla cessazione del rapporto.
Per limitare i rischi connessi alla possibile divulgazione dei segreti dell’azienda assume notevole rilevanza la sottoscrizione di patti di non concorrenza, mediante i quali impedire al dipendente, per un tempo limitato, lo svolgimento di determinate attività in concorrenza con quell’esercitate dall’azienda. I profili di maggiore criticità in sede di redazione del patto di non concorrenza sono:
- l’obbligo di garantire il diritto del dipendente, al termine del rapporto, all’esercizio della propria professionalità in termini tali da salvaguardare un margine sufficiente per il soddisfacimento delle esigenze di vita del lavoratore stesso
- l’individuazione di un corrispettivo congruo rispetto al sacrificio che viene imposto al dipendente e determinato (o almeno determinabile nel suo ammontare
- l’esigenza di evitare la prassi di mascherare quale ‘patto di non concorrenza’ una diversa percentuale della componente retributiva dovuta al lavoratore
- l’opportunità di disciplinare, in sede di determinazione della penale per le ipotesi di violazione del patto, non solo l’eventuale maggior danno subito dal datore di lavoro, ma anche la facoltà per quest’ultimo di accedere ad una tutela inibitoria per ostacolare sul nascere l’attività concorrenziale.
E’, quindi, necessario, ricorrere a misure di carattere pratico e di natura contrattuale nella protezione dei segreti commerciali.
Misure che garantiscano la segretezza delle informazioni aziendali, anche al fine di poter accedere alla tutela prevista dal Codice della Proprietà Industriale per i segreti commerciali. In questo contesto, la tutela delle informazioni che circolano all’interno dell’azienda si concretizza principalmente in misure di ostacolo alla divulgazione delle informazioni e delle esperienze che rivestono importanza per l’azienda stessa.
Si tratta di misure che spesso vengono già impiegate all’interno dell’azienda (ad es. la normativa privacy). Quindi l’implementazione di queste misure assume spesso un carattere meramente organizzativo e complementare.

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Segreti commerciali e NDA
Altro aspetto rilevante in tema di segreti commerciali è la tutela contrattuale delle informazioni aziendali. Soprattutto alla luce dell’abitudine di molte aziende di dotarsi di misure contrattuali standard, spesso inutili per le esigenze di tutela a cui sono destinate.
Se non addirittura, in certi casi, invalide sotto un profilo giuridico. Il classico esempio è rappresentato dagli accordi di riservatezza, conosciuti come NDA.
Le applicazioni pratiche di questi accordi, anche al di fuori del perimetro del personale aziendale, sono le più svariate. E la redazione di clausole di riservatezza in accordi che non sono vincolanti per le parti richiede la massima attenzione.
Di particolare interesse è il rapporto tra la tutela contrattuale e quella brevettuale del know-how aziendale di natura tecnico-industriale. La protezione in regime di segretezza del know-how tecnico riveste enorme importanza per l’azienda, in quanto può avere una funzione:
- alternativa
- complementare
- accessoria
- cumulativa rispetto a una tutela brevettuale
Oppure può rappresentare l’unica forma di protezione per le informazioni tecniche che non godano dei requisiti di brevettabilità.
Per quanto riguarda, poi, la stesura di un accordo di riservatezza va sicuramente posta particolare attenzione su alcuni profili. Deve emergere dall’accordo il chiaro collegamento al rapporto principale cui fanno riferimento le informazioni riservate che si intende proteggere e le concrete esigenze di riservatezza che si vogliono preservare.
Va, inoltre, sempre specificata la tipologia di informazioni che vengono scambiate (evitando inutili elencazioni ‘di stile’), il supporto, fisico o tecnologico sul quale sono contenute, la modalità di trasmissione, i soggetti autorizzati a riceverle e a gestirle. Particolare attenzione riveste, inoltre, il termine di durata del vincolo di riservatezza.
I segreti commerciali sono, infatti, diritti che hanno una durata potenzialmente perpetua. Circostanza che non si concilia con accordi di riservatezza che prevedano una scadenza temporale del vincolo.
Cosa fare?
E’ sempre opportuno prevedere negli accordi riservatezza che la durata dell’obbligo su colui che riceve l’informazione riservata debba perdurare fino al momento in cui ciascuna singola informazione diverrà nota alla generalità degli operatori del settore.
Ad eccezione del caso in cui non avvenga per fatto imputabile al ‘ricevente’. Nel caso in cui una, o più, delle informazioni dovesse ‘cadere in pubblico dominio’, l’obbligo dovrà continuare nel confronti del destinatario con riferimento alle informazioni ricevute che non siano ancora divenute note.
Di notevole importanza è, poi, inserire specifiche penali volte a prevedere una liquidazione anticipata del danno. Specie al fine di dissuadere il destinatario delle informazioni riservate dalla divulgazione. Non vanno, però, inseriti importi sproporzionati rispetto al valore economico del rapporto, al fine di evitare la riduzione giudiziale della penale.
La predisposizione di adeguate e preventive misure di sicurezza rappresenta uno strumento indispensabile per garantire all’azienda i benefici derivanti dall’accesso alla tutela prevista nel Codice della Proprietà Industriale per i segreti commerciali. E un vantaggio competitivo nei confronti delle aziende operanti nello stesso settore di mercato.
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