
Questa è l’ora del Campari
…Quando al fine d’un giorno noioso
La gaiezza risorge nel cuor
Cerca ognuno il perché prodigioso
E domanda con grande stupor
Donde viene questa gioia verace
Ogni crisi finita è davver
Forse al mondo ritorna la pace, no, credete, è un motivo più verSe d’affanni, vecchi malanni, non si sente più novella
Se ciascun sorride lieto a gioir ciascuno appella
Questa è ora senza pari, questa è l’ora del Campari…
Questo brano tratto dalla canzone “L’ora Del Campari” di Ferdinando Crivelli, in arte Crivel, risale al 1932 ed è stato ripreso nel 2008 da Campari per la sua campagna pubblicitaria. Sono passati più di ottant’anni dalla canzone e quasi dieci anni dallo spot ma è ancora un motivo accattivante che si sposa perfettamente con la filosofia spensierata e rilassante che l’ora dell’aperitivo evoca in tutti noi: concludere la giornata in piacevole compagnia e bevendo quello che ci piace.
La storia del marchio parte da lontano, quando Gaspare Campari fonda a Milano nel 1860 la fabbrica di liquori “Liquoreria Campari”. Alla sua morte, nel 1882, uno dei suoi cinque figli, Davide, trasforma il nome dell’azienda in “Gaspare Campari-Fratelli Campari successori” e, infine, in “Davide Campari & C.” rendendola una delle aziende più note all’estero.
I primi marchi “Bitter” e “Cordial” vengono registrati nel 1888 insieme allo stemma araldico della famiglia, formato da uno scudo con la figura di due cani accoccolati e sormontato da un elmo con foglie ornamentali. Decisamente un marchio molto lontano rispetto all’immagine che l’azienda ha attualmente ma in linea con l’epoca in cui è stato registrato.
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1888

Campari 1888.
Nella sua storia Campari ha più volte modificato, anche sostanzialmente, il proprio marchio, scegliendo di tradurre il linguaggio grafico nei timbri stilistici dei vari momenti dell’arte, della moda e del gusto, collaborando con gli artisti dell’epoca e pubblicando sin dal 1900 l’ormai famosissimo Calendario.

Calendario Campari.
A partire dagli anni Venti il marchio si è connotato per una grafica nera su sfondo bianco, accompagnando il nome dell’azienda ai prodotti che di volta in volta venivano pubblicizzati. La scelta di non apparire mai con lo stesso marchio è considerato adesso come “immagine coordinata aperta” ma all’epoca ha caratterizzato il continuo divenire dell’immagine dell’azienda che è rimasta sempre al passo con i tempi e il mercato.
Di seguito alcuni esempi della stratificazione grafica che ha accompagnato il marchio per quasi Sessant’anni.
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1921

Campari 1921.
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1923

Campari 1923.
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1927

Campari 1927.
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1929

Campari 1929.
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1935

Campari 1935.
Nel 1987 il marchio è stato oggetto di un nuovo restlying. Attraverso la selezione dei marchi più ricorrenti a partire dalla fondazione, è stato scelto come immagine rappresentativa il marchio registrato nel 1912, rivisto naturalmente in chiave attuale.
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1987

Campari 1987.
Ovviamente l’azienda ha potuto avvantaggiarsi negli anni delle più svariate collaborazioni a livello artistico e pubblicitario per poter rafforzare e divulgare al meglio il suo marchio.
Ma la lungimiranza di questa azienda nel saper sfruttare le mode e gli umori di ogni epoca è partita sempre dalla consapevolezza di dover realizzare un marchio e registrarlo.
Se hai ancora dei dubbi sull’opportunità o meno di registrare il tuo marchio leggi il mio post “Proteggere il tuo marchio: 5 ragioni per cui ti consiglio di registrarlo” e poi contattami.
Il mio aperitivo d’elezione quando sono a Venezia, città che amo e che considero un po’ la mia seconda casa, è lo Spritz.
Ci sono due scuole di pensiero tra gli amanti dello Spritz: quelli che lo preferiscono con l’Aperol e quelli che lo bevono solo con il Bitter. Io lo ordino da sempre rigorosamente con il Bitter e un’oliva, accompagnandolo naturalmente con qualche squisito “cicchetto”.

Il “cicchetto” veneziano per eccellenza “Spritz con il Bitter e cicchetti”.
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Credits: Museo del Marchio Italiano®