Pomellato, i gioielli prêt-à-porter che puoi collezionare

POMELLATO I GIOIELLI PRET A PORTER CHE PUOI COLLEZIONARE

Pomellato, i gioielli prêt-à-porter che puoi collezionare

Pomellato esordisce nel 1967 introducendo nel mercato il concetto di gioielli prêt-à-porter e si caratterizza negli anni ’90 per l’utilizzo delle “pietre di colore”.

Pomellato è un’azienda orafa italiana fondata da Pino Rabolini (erede di una famiglia di orafi) e si colloca tra i primi cinque produttori europei di gioielli in termini di fatturato. Rabolini è un pioniere della filosofia del prêt-à-porter nel mondo del gioiello. Da subito imprime alla Maison un’identità forte e in linea con le tendenze moda, che le permettono di svilupparsi e di imporsi rapidamente sul mercato italiano e nel panorama della gioielleria internazionale. Fino a diventare il simbolo di una bellezza moderna e non convenzionale dallo stile iconico.

Pomellato è stata fondata nel periodo in cui si affermavano i diritti delle donne. E il prêt-à-porter ha ancora oggi un’impostazione che riflette questo spirito.

Nel 1995 all’interno di Pomellato nasce la linea di gioielli più economici, Dodo Quella dei ciondoli a forma di animali che dal 2002 è un marchio autonomo. Dodo instaura sin da subito una proficua collaborazione con WWF Italia.

Pomellato vende in tutto il mondo ma i gioielli sono fabbricati sempre a Milano in modo artigianale. Anche il taglio e la rifinitura delle gemme grezze avvengono nell’officina di Pomellato. Contrariamente ad altre aziende di gioielli che si limitano a montare le pietre.

Nel luglio 2013 Pomellato entra a far parte del gruppo Kering, uno dei leader mondiali di abbigliamento e accessori.

Storicamente Pomellato ha acquisito il ruolo di anticipatrice e trendsetter anche nel campo della comunicazione. Ha commissionato le sue campagne a fotografi famosi del calibro di Helmut Newton, Gian Paolo Barbieri, Michel Comte, Paolo Roversi, Javier Vallhonrat, Sølve Sundsbø e Jean-Baptiste Mondino.

Nel 2015 la campagna Pomellato scattata dal duo Mert e Marcus presenta il volto di una nuova musa: Salma Hayek. La scelta di proporre una personalità femminile dal fascino sensuale e mediterraneo riflette la volontà del brand di comunicare i propri valori e ideali attraverso l’immagine di una donna incisiva e dal grande carisma.

L’unicità di Pomellato si rivela anche nel suo quartier generale a Milano. Un enclave zen con alberi e bamboo nascosta in un quartiere non centrale della città dove la società ospita non solo uffici e showroom ma anche l’atelier responsabile della maggioranza delle produzioni della società.

Nel corso degli anni il brand ha esteso le proprie produzioni inserendo anche le pietre preziose e creando linee di gioielli facilmente riconoscibili come NUDO.

Più di recente la società – al di fuori della produzione di gioielli – ha creato la propria linea di occhiali. Il brand ha già invece una linea di profumi.

La società ha una forte cultura ed un altrettanto forte DNA individuato in prodotti riconoscibili che hanno portato alla fidelizzazione della propria clientela.

Pomellato si pregia di creare gioielli che le donne comprano per sé stesse con uno stile molto milanese con lo sguardo alla sensibilità di tutte le donne del mondo.

I pezzi Pomellato sono facili da riconoscere e ritenuti difficili da copiare. Nonostante questo Pomellato, attraverso la creazione al proprio interno di una squadra investigativa, ha intrapreso a partire dalla fine del 2003 attività di contrasto al fenomeno della contraffazione. Attività che si sono concretizzate nell’esercizio di azioni civili e penali nei confronti di dettaglianti, grossisti e produttori su tutto il territorio nazionale.

Questo tipo di attività ha consentito di far emergere sia casi di riproduzioni illecite di modelli ornamentali Pomellato sia casi in cui, oltre al modello, sono stati persino riprodotti i marchi Pomellato e DoDo.

In campo penale l’azienda ha promosso iniziative nei confronti di aziende operanti in Italia, a seguito delle quali l’Autorità Giudiziaria ha indagato diversi soggetti per vari reati che vanno dalla contraffazione alla ricettazione, anche on-line. Le perquisizioni e i sequestri sono avvenuti all’interno di gioiellerie, grossisti, laboratori di produzione, tagliatori di pietre e persino all’interno di abitazioni private.

Sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro:

  • pezzi finiti
  • modelli in cera destinati alla riproduzione dei gioielli
  • stampi in gomma utilizzati per la creazione dei modelli contraffatti
  • pietre già tagliate seguendo il design dei diversi gioielli Pomellato.

A volte i gioielli sequestrati in grande quantità dalla Guardia di Finanza erano confezionati con oro 18 carati e con pietre preziose autentiche. 

Quindi non erano falsi? In realtà erano “solo” contraffatti.

Portavano il marchio Pomellato abilmente “taroccato” tanto che nessun cliente si era accorto della contraffazione. Cosa che consentiva al rivenditore di vendere un articolo alla moda e di firma a prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato.

Oltre alla responsabilità derivante dalla contraffazione, che espone il rivenditore all’azione della società, anche i clienti potrebbero effettivamente valutare un’azione legale per il risarcimento del danno derivato dall’aver acquistato un prodotto falso credendolo autentico.

La gestione del patrimonio IP (intellectual property) riveste molta importanza per un’azienda indipendentemente per il settore in cui opera.

Per le aziende operanti nel settore del lusso essa diventa ancor più rilevante in considerazione della particolare attenzione che tali aziende attribuiscono alla tutela e al prestigio del brand.

Pomellato  è stata la prima azienda a considerare il gioiello come un accessorio di moda. In omaggio a tale impostazione ogni anno viene creata una nuova collezione di gioielli, comprendente decine di nuovi modelli, proprio come avviene nel settore dell’abbigliamento e della moda.

È evidente che tale attività richiede dei notevoli investimenti prima sotto il profilo della ricerca e della innovazione e poi sotto il profilo della comunicazione per pubblicizzare i nuovi prodotti.

Per tutelare nel migliore dei modi le nuove creazioni i nuovi modelli sono tutti registrati nell’Unione Europea e negli altri Paesi di maggiore interesse commerciale.

Tale registrazione, per quanto molto onerosa, costituisce un presupposto imprescindibile per un’efficace attività di tutela dei diritti.

In effetti, la tutela di un brand e dei suoi prodotti si realizza attraverso una duplice fase:

  • preventiva, nella quale è opportuno registrare i marchi e i modelli in modo estensivo per poterli più facilmente proteggere;
  • successiva, nella quale si pongono in essere le azioni tendenti a combattere le eventuali condotte illecite da parte di terzi.

 

 

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