Maurizio Cattelan vince ancora?
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Nonostante il vento, il microfono che mi ha abbandonata dopo poco e il sole negli occhi non potevo non approfittare di questa splendida città per concludere il racconto della vicenda Druet-Cattelan.
Qualche settimana fa ti ho parlato della causa iniziata da Daniel Druet contro Maurizio Cattelan.
Lo scultore francese aveva contestato la mancata citazione del suo nome come autore da parte di Cattelan per la realizzazione, su commissione, di diverse opere tra cui La Nona Ora e Him.
Il Tribunale francese ha dato ragione a Maurizio Cattelan per due motivi.
Il primo, strettamente giuridico, sul soggetto a cui è stata intentata la causa.
Druet, infatti, ha citato in giudizio il gallerista, Emmanuel Perrotin, e la Monnaie de Paris, il museo nel quale si è svolta nel 2016 la mostra Not afraid of Love. Druet ha chiesto a Perrotin un risarcimento di 6 milioni di euro per non essere stato riconosciuto come unico autore delle opere.
Ma il tribunale di Parigi ha respinto la richiesta di Druet sottolineando, tra le altre cose, che la richiesta è “inammissibile” in quanto il destinatario della causa avrebbe dovuto essere Maurizio Cattelan. Inoltre, per i giudici francesi il fatto non sussiste perché Druet ha solo eseguito l’opera.
In sostanza si è limitato a eseguire pedissequamente le dettagliate indicazioni di Cattelan che, di fatto, è l’unico autore delle sculture.

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Di Cattelan è infatti:
- il “concept”
- l’idea del soggetto da rappresentare
- in che modo questo debba essere rappresentato
- la loro disposizione nello spazio:
Si legge nella sentenza
è indiscusso che le precise direttive per allestire le sculture di cera in una specifica configurazione, relative in particolare al loro posizionamento all’interno degli spazi espositivi volti a giocare sulle emozioni del pubblico (sorpresa, empatia , divertimento, repulsione, ecc.), sono state emanate solo da Maurizio Cattelan senza Daniel Druet, non essendo in alcun modo in grado – né cercando di farlo – di arrogarsi la minima partecipazione alle scelte relative alla disposizione scenografica della presentazione delle dette sculture (scelta dell’edificio e dimensione della le stanze che assecondano il carattere, la direzione dello sguardo, l’illuminazione, persino la distruzione di un tetto in vetro o di un pavimento in parquet per rendere l’allestimento più realistico e suggestivo) o al contenuto del possibile messaggio contenuto nell’allestimento

Photo by Sharon McCutcheon on Unsplash
Maurizio Cattelan e l’arte concettuale
Il Tribunale francese ha, quindi, avvalorato anche da un punto di vista giuridico quelli che sono gli aspetti che contraddistinguono l’arte concettuale.
L’idea comunicata dall’opera è più importante della sua realizzazione formale. La sentenza crea un precedente importante nel mondo dell’arte dove non è così infrequente che assistenti e collaboratori degli artisti realizzino le opere commissionate dagli artisti stessi.
Stabilire che, ad avere valore è l’idea dell’opera più che la sua resa finale, risolve un annoso dilemma. Secondo il Tribunale l’arte è di chi la pensa piuttosto che di chi la realizza. Per Cattelan, però, non finisce qui. A essere, ora, al centro di una nuova disputa legale è l’opera “Comedian”.
La banana attaccata al muro con il nastro adesivo grigio che ha fatto tanto scalpore allo stand di Perrotin ad Art Basel Miami Beach 2019. L’artista americano Joe Monford ha citato in giudizio Cattelan per aver copiato una sua opera dal titolo “Banana & Orange”.
Anche in questo caso l’opera avere come protagonista una banana attaccata con il nastro adesivo. Il tribunale di Miami ha per ora respinto la richiesta di Cattelan di rigettare l’accusa di Morford sostenendo che la sua opera contenesse un frutto vero, a differenza di quella di Morford. E che l’utilizzo del nastro adesivo non rappresenti un’idea per cui possa essere fatta valere la tutela del diritto d’autore.
Secondo i Giudici di Miami, nonostante le evidenti differenze, l’opera “Comedian” presenta una sostanziale somiglianza con “Banana & Orange”.
sebbene l’uso del nastro adesivo argentato per fissare una banana a un muro potrebbe non sposare il massimo grado di creatività, la sua natura assurda e farsesca soddisfa il ‘grado minimo di creatività’ necessario per qualificarsi come originale
ha replicato il giudice di Miami.
Inoltre Morford ha registrato nel 2000 presso l’Ufficio del copyright degli Stati Uniti la sua opera.
Insomma battaglia aperta per Cattelan. E battaglia aperta per la protezione del diritto d’autore, che tocca anche aspetti legati all’importanza di tutelare le opere anche attraverso la proprietà industriale.
Se vuoi approfondire gli argomenti trattati in questo Post leggi gli articoli della sezione Copyright.
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