
Libertà di espressione ma non di nome
Vuoi aprire un giornale online?
Hai pensato al piano editoriale, trovato i collaboratori e contattato un programmatore per la creazione del sito web. Non ti resta che la parte più delicata del progetto: trovare il nome della testata.
Ma il nome di un giornale si può copiare?
Dalla recente ordinanza della Cassazione n. 9770/18, depositata il 19 aprile scorso sembrerebbe di no. Secondo la Cassazione, infatti, il nome di un giornale non si può copiare. Ma a una sola condizione: che il giornale sia ancora attivo e operativo.
Il titolo di un giornale, di una rivista o di qualsiasi altra pubblicazione periodica, per quanto originale sia, non gode della protezione del diritto d’autore se la pubblicazione ha cessato di esistere.
Questo perché la tutela della testata si giustifica solo finché è in vita la testata stessa. Una volta cancellata o chiusa, il nome del giornale può essere utilizzato da altri.
Quindi il titolo o la testata del giornale non può essere protetto dal copyright, anche se frutto di un pensiero originale, quando invece non è più in commercio.
L’art. 100 del Codice sulla Proprietà Intellettuale dispone che
Il titolo del giornale, delle riviste o di altre pubblicazioni periodiche non può essere riprodotto in altre opere della stessa specie o carattere, se non siano decorsi due anni da quando è cessata la pubblicazione del giornale.
In sostanza titolo (c.d. testata) di un giornale, di una rivista o di altre pubblicazioni periodiche, anche se frutto di un pensiero originale, non costituisce in sé e per sé un’opera dell’ingegno. Non ha una funzione creativa ma esclusivamente una funzione distintiva.
Il divieto di utilizzo delle idee altrui, imposto dal diritto d’autore, riguarda solo quei nomi talmente originali da non poter essere considerati nomi comuni e che, quindi, assumono subito una capacità distintiva.
Copiare il nome è concorrenza sleale.
Anche prendere spunto da testate giornalistiche famose non è legittimo.
Il Giomale, Il Corriere della Pera, Il Messagero, Panorana, Il Matto Quotidiano: tutti giornali presenti online e quasi sempre collegati a fake news.
Ma oltre al contenuto, questi titoli tendono a creare confusione sul lettore al solo fine ottenere il suo click. Click che è ormai una fonte di guadagno preziosa.
Si tratta concorrenza sleale perché si sfrutta l’altrui notorietà per un proprio guadagno.
Ma un giornale che scelga di chiamarsi solo «La Gazzetta» o «Il Corriere» potrebbe mai impedire che altri editori utilizzino lo stesso nome?
Quando si parla di giornali, il diritto d’autore non copre il nome: il nome, ossia la testata, ha solo una funzione distintiva come segno di riconoscimento per il lettore.
Questo non vuol dire che la testata non venga tutelata dalla legge ma solo fino a quando il giornale esiste.
La Cassazione ricorda che il titolo del giornale o di qualsiasi altra pubblicazione periodica, anche se frutto di un pensiero originale, non costituisce in sé e per sé un’opera dell’ingegno. Non riveste, infatti, una funzione creativa ma esclusivamente una funzione distintiva.
Il nome di un giornale, pertanto, non è tutelato come bene autonomo, ma riceve una tutela solo nella misura in cui individui una pubblicazione e solo fino a quando detta pubblicazione effettivamente sussista.
La protezione della testata infatti non può prescindere dall’attuale esistenza dell’opera di cui ha la stessa durata.
Ne consegue che se il giornale non esiste più, il suo nome non può essere più tutelato e chiunque lo può utilizzare per aprire un nuovo giornale con la stessa denominazione.
Con un limite.
Attenzione però a non replicare anche il lettering, ossia l’aspetto grafico con cui il nome è stato rappresentato a suo tempo e che potrebbe essere stato registrato come marchio.
Ogni brand infatti può essere composto da due parti: il nome (marchio nominativo) e la sua rappresentazione grafica (marchio figurativo).
Si commette un illecito sia se si copiano entrambi, sia se si copia uno solo dei due. Quindi, anche se si sceglie un nome originale ma si utilizza un logo già ideato da altri si incorre, ugualmente, in concorrenza sleale. E viceversa.
Inoltre, se si intende utilizzare il nome del giornale anche ad altri scopi e si vuole impedire in modo ampio ad altri di utilizzarlo, è consigliabile depositare il nome come marchio. Almeno per tutti quei prodotti di tipo “cartaceo” che vanno dai giornali agli articoli di cartoleria.
In questo modo si potrà impedire ai terzi di utilizzare quel nome per qualsiasi tipo di giornale, indipendentemente dal contenuto anche dopo che, eventualmente, sarà cessata la pubblicazione del giornale stesso.
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