
La parola del tuo contratto
Un contratto che sarà soggetto alla legge italiana in caso di contenzioso sarà giudicato da un Tribunale italiano o, in alternativa, da un arbitrato condotto in Italia.
Per cui se chi firma il contratto è italiano, il contratto va redatto in questa lingua.
E se sei una filiale italiana di una multinazionale?
Se la casa madre vuole conoscere esattamente il testo del contratto è comunque opportuno scrivere e firmare il testo in italiano. E’ poi possibile fare una traduzione, anche giurata se si vuole, per la casa madre.
Scrivere in una lingua che non è la propria lingua madre è già difficile di per sé. In questo caso le difficoltà sarebbero aumentate dalla non conoscenza specifica di terminologie giuridiche, tra l’altro nate da diversi sistemi normativi.
Il testo, poi, potenzialmente potrebbe essere sottoposto al giudizio di un terzo, che probabilmente non conosce o conosce male la lingua straniera. Dovrebbe, quindi, avvalersi di traduttori giurati che inevitabilmente con la traduzione daranno comunque una propria interpretazione al testo in lingua.
Ad esempio “responsabilità” si può tradurre in inglese con “liability” o con “responsibility”.
Ma i due termini non sono giuridicamente sinonimi, come potrebbe apparire consultando un dizionario, ma si riferiscono a due diversi tipi di responsabilità.
Perciò tradurre usando uno solo dei due termini potrebbe portare a escludere automaticamente alcuni casi di responsabilità.
Un caso particolare è quello in cui il testo contrattuale è in italiano ma alcuni allegati tecnici sono in un’altra lingua.
E’ comunque meglio fare una traduzione giurata e allegare il testo in italiano. Ma, se per vari motivi questo non è possibile, sarà indispensabile chiarire nel contratto qual è la lingua contrattuale che fa fede e in che lingua si svolgerà un eventuale contenzioso.
Ad esempio, sarà possibile inserire una clausola del seguente tenore:
Il presente Contratto è redatto in lingua italiana e il testo italiano è l’unico che farà fede anche se alcuni degli allegati, in quanto aventi contenuti prettamente tecnico-scientifici, sono stati redatti in lingua ……
In caso di contenzioso, l’unica lingua del procedimento sarà l’italiano. La Parte che ne ha interesse farà effettuare, ai fini del contenzioso stesso e a propria cura e spese, una traduzione giurata in italiano degli allegati redatti in lingua …… , che controparte riconosce e accetta fin d’ora come espressione della volontà delle Parti.
E se il contratto è tra una società italiana e un partner commerciale straniero?
Se per scelta delle parti il contratto sarà soggetto alla legge italiana e, in caso di contenzioso, sarà giudicato da un Tribunale o da arbitri italiani la soluzione ottimale sarebbe redigere il contratto in lingua italiana.
Ma se il partner straniero non dovesse accettare sarà indispensabile chiarire nel contratto qual è la lingua contrattuale che fa fede e in che lingua si svolgerà un eventuale contenzioso.
Se possibile è senz’altro meglio evitare di dover affrontare un contenzioso in un’altra lingua presso un Tribunale italiano. Allo stesso modo è preferibile anche evitare di affrontare un contenzioso in lingua italiana su un contratto per cui fa fede un’altra lingua.
Una soluzione accettabile per entrambe le parti è quella di redigere il contratto nelle due lingue.
Ovviamente è fondamentale curare bene la traduzione, stampare e firmare entrambe le versioni dividendo il foglio a metà.
Sarebbe anche meglio inserire in entrambe le lingue una clausola del seguente tenore:
Per comodità delle Parti, il presente Contratto è redatto in due lingue: italiano e inglese. In caso di contenzioso, il testo italiano è l’unico che farà fede e l’unica lingua del procedimento sarà l’italiano.
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