Intelligenza Artificiale e GDPR: cosa cambia

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E GDPR COSA CAMBIA LEX AROUND ME

Intelligenza Artificiale e GDPR: cosa cambia

L’Intelligenza Artificiale (IA) è una delle tecnologie più innovative e promettenti, con il potenziale per trasformare numerosi settori. Ma la sua implementazione solleva importanti questioni giuridiche, soprattutto per quanto riguarda la privacy e la protezione dei dati personali.

I rapporti tra IA e GDPR offrono numerose sfide e opportunità dall’interazione tra queste due realtà, soprattutto perché l’uso di sistemi di Intelligenza Artificiale da parte delle aziende e nei settori più disparati è ormai una realtà da cui non si può prescindere.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E GDPR COSA CAMBIA LEX AROUND ME

Foto di Sonder Quest su Unsplash

I dati personali nell’era dell’IA

In Europa, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) si è imposto come un quadro giuridico completo per affrontare le problematiche relative alla privacy e all’uso dei dati personali.

Una delle prime sfide che l’IA pone al GDPR è la definizione di “dati personali”

Secondo il GDPR, i dati personali sono informazioni che identificano o rendono identificabile una persona fisica. Tuttavia, l’IA può elaborare e analizzare un’enorme quantità di dati, inclusi dati anonimi o pseudonimizzati, al fine di trarre conclusioni o prendere decisioni.

Questo solleva inevitabilmente la questione di come trattare i dati che potrebbero essere utilizzati per identificare indirettamente una persona. In questi casi, il GDPR richiede un approccio ponderato per bilanciare la necessità di proteggere la privacy con il desiderio di sfruttare appieno il potenziale dell’IA.

Trasparenza delle decisioni dell’IA

Un altro aspetto cruciale nel contesto dell’IA è la trasparenza delle decisioni automatizzate. Il GDPR stabilisce il diritto delle persone di ottenere spiegazioni significative sulle logiche, le implicazioni e le conseguenze delle decisioni basate sull’elaborazione automatizzata dei dati personali.

Questo presenta sfide particolari nel caso dell’IA, poiché gli algoritmi di apprendimento automatico possono essere complessi e difficili da interpretare. Gli sviluppatori di IA devono trovare un equilibrio tra l’efficienza e la precisione dei modelli di IA e l’obbligo di fornire spiegazioni comprensibili e significative.

La profilazione automatizzata

Il GDPR si occupa in modo specifico della profilazione automatizzata, che consiste nell’utilizzo di algoritmi per analizzare e prevedere il comportamento, le preferenze, le caratteristiche o le abitudini di una persona fisica. L’IA ha una capacità unica di svolgere la profilazione automatizzata su larga scala e con una precisione sempre maggiore.

Tuttavia, il GDPR richiede il consenso esplicito dell’individuo o una base giuridica valida per l’elaborazione dei dati personali per scopi di profilazione. Ciò significa che le organizzazioni che utilizzano l’IA per la profilazione devono adottare misure adeguate per garantire la conformità con tali requisiti.

La sicurezza dei dati nell’era dell’IA

La sicurezza dei dati è un’altra preoccupazione fondamentale nell’era dell’IA. L’IA richiede una quantità significativa di dati per addestrare i modelli e alimentare gli algoritmi. Questi dati devono essere protetti adeguatamente per evitare accessi non autorizzati, perdite o violazioni della privacy.

Il GDPR impone agli enti responsabili del trattamento dei dati personali l’obbligo di adottare misure tecniche e organizzative adeguate per garantire un livello adeguato di sicurezza dei dati. Nel contesto dell’IA, ciò comporta l’implementazione di sistemi di sicurezza avanzati per proteggere i dati utilizzati per l’addestramento e l’esecuzione dei modelli di Intelligenza Artificiale.

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Foto di Alex Shuper su Unsplash

L’IA all’interno delle aziende

Una possibile soluzione per la regolamentazione dell’IA all’interno di un’azienda potrebbe consistere nell’istituire un processo di monitoraggio e revisione dell’algoritmo, come richiesto esplicitamente dall’articolo 22 e dal considerando 71 del GDPR.

Il GDPR richiede che siano adottate adeguate garanzie per rendere l’algoritmo comprensibile, per permettere un intervento umano e contestare le decisioni, nonché per adottare misure organizzative e tecniche volte a evitare errori o possibili discriminazioni.

In un contesto del genere, il ruolo del DPO all’interno dell’azienda è fondamentale per garantire la tutela dei diritti e delle libertà degli interessati. Ma la conformità al GDPR non è solo responsabilità del DPO. Troppo spesso coloro che si occupano di privacy vedono la conformità normativa come un compito esclusivo del DPO, al quale si richiede l’implementazione di soluzioni di conformità poco costose, efficienti e rapidamente realizzabili (tre condizioni che raramente si verificano contemporaneamente).

Tuttavia, a mio avviso, l’approccio basato sul rischio richiede una presa di coscienza più ampia. Non solo il DPO o il manager devono assumersi la responsabilità della conformità.

Potrebbe essere opportuno trovare un compromesso tra principi normativi e obblighi dettagliati (come nel caso del GDPR), creando anche  standard operativi per evitare che la conformità diventi un problema solo teorico e poco sostenibile. L’interazione tra l’Intelligenza Artificiale e il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati solleva importanti questioni legali che richiedono un approccio ponderato e un dialogo costante tra esperti legali, sviluppatori di IA e regolatori.

Nonostante le sfide, l’IA offre anche opportunità significative per migliorare la protezione dei dati e la privacy stessa. Ad esempio, l’IA può essere utilizzata per sviluppare strumenti di privacy by design, automatizzare l’analisi degli impatti sulla privacy e consentire la gestione efficiente delle richieste di consenso.

L’obiettivo principale deve essere quello di garantire un equilibrio tra l’innovazione offerta dall’IA e la protezione dei diritti fondamentali delle persone.  

Se vuoi approfondire gli aspetti del trattamento dei dati, puoi leggere gli altri articoli pubblicati nella categoria GDPR.

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