
Il Giardino incantato di Gucci
Sono stata a Firenze da poco dopo molti anni e l’ho ritrovata esattamente come l’avevo lasciata…forse un pò più calda ma a luglio è inevitabile.
Come tutte le magnifiche città d’arte italiane anche Firenze sembra rimanere come in una bolla, insensibile al passare degli anni. Ma questa volta una novità l’ho trovata: Gucci Garden.
All’interno di Palazzo della Mercanzia di Firenze questo spazio incantato ospita una boutique con articoli unici.
Il ristorante Gucci Osteria da Massimo Bottura e la Gucci Garden Galleria, composta da diverse sale che rendono omaggio all’archivio Gucci, con le storiche campagne pubblicitarie, le lavorazioni artigianali e gli oggetti vintage.
Fantastica!
Ho visitato ovviamente sia la Boutique, maestosa e pensa di pezzi unici, e la Galleria.
Disposta su due piani si apre con la sala Guccification, dedicata alla doppia G della Maison.
Un viaggio all’interno della Maison che gioca con il marchio anche nelle sue espressioni verbali: GucciGhost, Guccy, Guccify e Guccification.
Al secondo piano della galleria è possibile ripercorrere la storia di Gucci attraverso oggetti, video e ricordi.
La storia del marchio
L’azienda deve il nome al suo fondatore, Guccio Gucci, che dopo aver lavorato da giovanissimo al Savoy Hotel di Londra e aver conosciuto lo stile inglese, fonda nel 1921 a Firenze l’azienda omonima, specializzata nella produzione di articoli di pelletteria, guanti e valigeria.
Il mondo dei cavalli e dell’equitazione (staffe, morsetti, selle, briglie e finimenti) è stato da sempre parte integrante del marchio Gucci, rimasto fedele alle tipiche pelli fiorentine.
Il primo marchio della casa di moda risale al 1923 e si compone solamente del nome del fondatore nel carattere calligrafico, probabilmente derivato dalla sua firma.

Marchio Gucci 1929.
Nel 1929 il logotìpo riporta anche l’iniziale puntata del nome del suo fondatore.
Dall’esperienza lavorativa all’estero nel 1934 viene introdotto il marchio del fattorino con una valigia e una borsa da viaggio.

Marchio Gucci 1934.
Negli anni ’30 molti dei clienti italiani dell’azienda sono aristocratici con l’hobby dell’ippica e le loro richieste di abbigliamento da equitazione spingono Gucci a sviluppare le sue esclusive icone.
La miniatura del morso da cavallo, costituita da un doppio anello congiunto da una barretta, e il nastro a trama verde-rosso-verde che riprende il tradizionale sottopancia delle selle.
L’azienda si espande presto e nel 1938 vengono aperti negozi a Milano e Roma.
È la fantasia di Gucci che permette alla sua azienda di sopravvivere durante il periodo fascista, anche attraverso l’utilizzo di materiali come lino, canapa juta e bambù, meno costosi del pellame.
Nel 1945 Gucci diventa una S.r.l. e comincia a esportare anche negli Stati Uniti.
Nel 1953 viene aperto il primo negozio Gucci negli Stati Uniti, sulla 58° strada a New York. Questo segna l’inizio dell’espansione americana che ne sancisce il successo internazionale.
I prodotti Gucci si affermano rapidamente per il design esclusivo e conquistano il cuore delle star del cinema.
Nel 1955 il marchio viene modificato con l’immagine di un cavaliere in armatura con una valigia e una borsa da viaggio, inserito in uno stemma araldico. Nello scudo, al di sopra del cavaliere, sono raffigurati una rosa e un timone a simboleggiare la raffinatezza e l’imprenditorialità della famiglia Gucci.

Marchio Gucci 1955.
Nel 1958 accanto all’immagine del cavaliere si affianca il nome in carattere bastone; la grande spaziatura tra i caratteri è un tratto distintivo della composizione del marchio Gucci.

Marchio Gucci 1958.
Nel 1960 Aldo Gucci, uno dei tre figli di Guccio, disegna il simbolo con le due “G” incrociate, chiaro riferimento alle iniziali del fondatore.
Il segno grafico, non ancora diventato il marchio dell’azienda, viene riproposto in diverse varianti, fuse in un cerchio, contrapposte, invertite e in forma astratta.
Negli anni ’60 Gucci apre boutique anche in Asia, e nel 1982 l’azienda diventa una società per azioni.
Nel 1971 il marchio viene rivisto nel carattere utilizzato per il nome.

Marchio Gucci 1971.
Nel 1992 compare ufficialmente nel marchio aziendale il simbolo della doppia “G”, fino ad allora utilizzato solo come griffe sulle borse, calzature e cinture.

Marchio Gucci 1992.
A partire dal 1998 la comunicazione ufficiale viene affidata al solo logotìpo composto con carattere graziato lapidario, molto spaziato.

Marchio Gucci 1998.
E’ con questo marchio che il Gruppo Gucci si presenta nel mondo come espressione distintiva del “made in Italy”, rilevando altri brand nel corso degli anni. Un marchio che oggi include YSL, Sergio Rossi, Bottega Veneta, Alexander McQueen, Stella McCartney e Balenciaga.
Il valore e l’importanza di possedere un marchio forte e distintivo porta riflessi anche al di fuori del proprio mercato.
Nel 1979 il marchio Gucci è stato citato nel brano da disco-music He’s the Greatest Dancer delle Sister Sledge. Nel 2007 il rapper statunitense Soulja Boy ha dedicato una canzone a Gucci, intitolandola Gucci Bandana.
Gucci è stata anche citata nel 1998 nel Guinness dei Primati per il paio di pantaloni più costosi, i “Genius Jeans”. Un modello di jeans strappati e decorati con pezzi di tessuto floreale proposti nel negozio di Milano alla cifra di 3.143 Dollari.
Record che venne poi superato nel 2005 quando un anonimo collezionista giapponese si accaparrò un paio di jeans realizzati per il 115º anniversario della Levi Strauss & Co. a 60 000 dollari.
Gucci è un marchio che è stato capace di trasformarsi fino a oggi.
La visita alla Galleria e alla boutique viaggia su un equilibrio costante tra stupore e meraviglia.
Tutto è curato nei minimi dettagli: dai commessi in divisa creata apposta per Gucci Garden, ai capi in edizione limitata fino agli oggetti e agli accessori. Anche i cataloghi e le riedizioni di riviste degli anni ’80 contribuiscono al fascino di questo luogo.
Ovviamente anche l’esperienza di acquisto è unica: dalla scelta del capo fino al packaging. E la stessa cura è risposta sia se acquisti un capo in edizione limitata che un catalogo.
E per un’appassionata di moda uscire con un sacchetto rosa e un nastro nero che lo chiude non ha prezzo!
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Credits: Museo del Marchio Italiano®