
E-commerce e diritto di recesso
Uno degli aspetti che crea spesso attrito nell’ambito della vendita online è la gestione da parte del venditore del diritto di recesso esercitato dal consumatore.
Perché se è del tutto legittimo per il consumatore poter cambiare idea nelle vendite a distanza è pur vero che qualsiasi negoziante, virtuale o fisico, ha come obiettivo concludere la vendita nel miglior modo possibile.
E spesso chi possiede un sito E-commerce non si preoccupa di comprendere a fondo il diritto di recesso se non quando deve affrontare per la prima volta la richiesta da parte del cliente.
Facciamo, quindi, chiarezza su tre aspetti precisi.
Posso addebitare una penale in caso di recesso?
Il recesso da un acquisto online, purché esercitato entro il termine di 14 giorni solari previsti dalla legge non deve comportare alcun costo a carico del consumatore.
L’unica eccezione è il costo per le spese di restituzione che dovranno essere pagate dal consumatore.
Il venditore può, naturalmente, sempre decidere di farsi carico delle spese di restituzione e offrire il reso gratuito. Si tratta di una valutazione commerciale sempre libera per il venditore.
In caso di mancata informazione sulla modalità di restituzione le spese di spedizione sono a carico del venditore.
È quindi importante specificare sempre quali siano le regole sulla restituzione all’interno delle condizioni generali di vendita. E quando possibile anche nella conferma d’ordine.
Chi paga le spese di consegna originariamente sostenute dal consumatore?
Il venditore ha l’obbligo di rimborsare tutti i pagamenti ricevuti dal consumatore in caso di recesso.
Il rimborso comprende, quindi, il costo del prodotto e le spese di spedizione che il consumatore ha eventualmente sostenuto per la consegna del prodotto.
Il venditore non è tenuto, invece, a rimborsare eventuali costi aggiuntivi legati alla scelta del consumatore di una spedizione “particolare” (ad es. un corriere espresso più caro, una consegna urgente, ecc.) ma solo le spese di consegna “standard”.
Nelle condizioni generali di vendita devo sempre prevedere il diritto di recesso?
Il diritto di recesso è disciplinato dall’art. 52 del Codice del Consumo e va sempre previsto in favore dell’acquirente consumatore. Quindi chi acquista senza partita IVA.
Ci sono dei casi in cui il diritto di recesso non si applica:
- Vendita di prodotti alimentari online
- Vendita/affitto di immobili con contratti conclusi a distanza
- Servizi finanziari
- Abbonamenti online a periodici/riviste
- Articoli su misura/personalizzati
- Scommesse online
- Prodotti/servizi il cui prezzo è condizionato dalla fluttuazione dei tassi di mercato (ad es. nel caso di acquisto di oro)
Inoltre non si può esercitare il diritto di ripensamento in caso di acquisto e utilizzato di un software/tool oppure se è stato rimosso l’apposito sigillo da prodotti audio/video.
Una precisazione
All’interno dei 14 giorni il diritto di recesso è gratuito e non persiste l’obbligo di dare motivazione per la decisione.
Se invece si richiede di usufruire del diritto di recesso oltre il quattordicesimo giorno può venir richiesto il pagamento di una penale al consumatore.
Nel caso in cui il venditore non provveda a informare il consumatore sulle modalità di recesso tramite informative chiare, complete e ben visibili sul sito web, il termine per esercitare il diritto di recesso aumenta da 14 giorni a 12 mesi.
Se il consumatore viene informato entro i 12 mesi dall’acquisto del diritto di recesso il termine decorre quando sono trascorsi 14 giorni dall’invio dell’informazione.
Ragione in più per preparare e redigere con estrema cura e attenzione le Condizioni di Vendita del tuo E-commerce. Rappresentano il contratto tra te e l’acquirente.
E quando sono scritte in modo chiaro e contengono tutte le informazioni ai sensi di legge fanno percepire subito la differenza tra chi svolge l’attività di vendita online in modo serio e avendo cura dei dettagli e chi si è improvvisato professionista online.
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