Blockchain e marchi: ne vale la pena?

Blockchain e marchi: ne vale la pena?

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Ultimamente si parla tantissimo di NFT, Blockchain e di come tutelare anche il patrimonio di un’azienda tramite queste tecnologie.

La Blockchain non è altro che un codice identificativo che rende unico quello che poi si inserisce all’interno di questa registrazione.

Il sistema della Blockchain consente all’utente di ottenere, tramite la registrazione di una transazione, un codice identificativo, generato attraverso un procedimento crittografico, che individua in maniera inequivocabile l’oggetto della transazione con una corrispondente marcatura temporale.

Quindi con la blockchain è possibile fornire una prova certa circa l’esistenza, in una determinata data, di una serie di dati registrabili. Tra cui un logo, una denominazione o un altro segno distintivo.

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Photo by Clint Adair on Unsplash

Cosa garantisce la Blockchain

La Blockchain ti dà una data certa. Fotografa il momento esatto in cui tu hai realizzato quell’opera o anche hai depositato il tuo marchio.

Ma si tratta di una prova limitata all’esistenza del marchio e all’eventuale prova d’uso. A condizione che la prova documentale venga inserita nella transazione Blockchain.

Non garantisce la pubblicità verso i terzi offerta, invece, dal Registro pubblico dei marchi tenuti dagli Uffici competenti. Nè il procedimento di verifica dei requisiti di validità del marchio che precede ogni registrazione.

Attraverso la Blockchain  è possibile dimostrare esclusivamente l’esistenza di un marchio di fatto. Ma non è possibile dimostrare l’uso effettivo di tale marchio. Né è possibile dimostrarne la notorietà qualificata presso i consumatori per un territorio. Aspetto che costituisce il requisito essenziale affinché il titolare di un marchio di fatto possa impedire a un terzo di registrare un marchio simile o identico.

Cosa garantisce la registrazione presso gli uffici tradizionali

Ai sensi dell’art. 2 c.p.i. i diritti di proprietà industriale, come il diritto d’uso esclusivo del marchio, si acquistano mediante la registrazione secondo le norme previste dallo stesso codice.

Solo la registrazione del marchio e la relativa iscrizione nel Registro dei Marchi tenuto dagli Uffici competenti munisce il marchio di un titolo di proprietà industriale. E consente al titolare il diritto di privativa verso i terzi sia con riferimento all’ambito di operatività del marchio che all’ambito territoriale.

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Photo by Kunal Patil on Unsplash

 

La Blockchain può costituire una certificazione alternativa o equivalente alla registrazione del marchio?

Tornando alla domanda iniziale, non è sufficiente per tutelare al meglio e proteggere il tuo marchio registrarlo o tutelarlo attraverso la Blockchain, lo puoi fare come con qualsiasi altra opera per munirlo di data certa. M

a finché non verrà normata anche questa nuova frontiera gli utilizzi e i modi di registrazione classici sono ancora quelli da utilizzare e sono gli unici che ti possono tutelare realmente.

A oggi se un imprenditore si limitasse a “certificare” l’esistenza del proprio marchio esclusivamente tramite una transazione Blockchain rischierebbe di non poter contestare la registrazione di un marchio simile o identico al suo per la stessa tipologia di prodotti e/o servizi depositato da un terzo concorrente in un secondo momento.

Il nostro ordinamento giuridico, infatti, prevede che un marchio di fatto – anche se “certificato” tramite blockchain – con notorietà puramente locale, non pregiudica il requisito della “novità” del marchio. Quindi un un terzo potrebbe successivamente richiederne la registrazione. In altri termini, la sola registrazione tramite Blockchain di un marchio non impedirebbe a un concorrente di registrare validamente un marchio d’impresa nel Registro dei Marchi.

Al contrario, la registrazione di un marchio d’impresa, tramite il deposito di una domanda di registrazione rivolta agli Uffici competenti, renderebbe inefficace qualsiasi registrazione tramite Blockchain, in ordine al diritto d’uso esclusivo in capo al titolare.  

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