Blockchain e know-how

BLOCKCHAIN E KNOWHOW LEX AROUND ME

Blockchain e know-how

L’esempio più frequente di segreto commerciale è la ricetta della Coca-Cola, conservata segretamente per generazioni e mai brevettata. Proprio per evitare che alla scadenza del brevetto potesse essere divulgata.

E in effetti il know-how e i segreti commerciali sono tra quei beni immateriali che sono più difficili da proteggere per le imprese rispetto ai diritti di proprietà intellettuale.

L’azienda che detiene segreti commerciali spesso non ha a disposizione documenti in grado di certificare e provare una data certa di creazione. E si trova da un lato a dover provare la titolarità di un’informazione in un dato momento storico. E dall’altro deve comportarsi in modo che tale informazione, in quanto segreta, non venga diffusa.

Partiamo da un caso pratico.

La società Alfa sostiene di aver subito la sottrazione di segreti commerciali e come prova produce un hard disk contenente una serie di file sostenendo che sia stato illecitamente sottratto e abusivamente utilizzato dalla società Beta.

A dimostrazione del fatto illecito specifica che si trattava di disegni e layout tecnici. Non specifica il contenuto dei disegni, a quali macchinari e processi produttivi si riferissero, quale fosse la loro valenza innovativa e quali migliorie apportassero allo stato della tecnica sinora noto.

E’possibile sostenere che ci sia stata la violazione di un segreto industriale?

Secondo il Tribunale di Torino no, in quanto il know-how necessita di essere puntualmente identificato nel suo contenuto e nel “valore aggiunto” in termini concorrenziali.

Da questa pronuncia deriva un chiaro problema di natura pratica per le imprese: come si possono provare le informazioni segrete che formano il know-how sviluppato nell’ambito della propria attività imprenditoriale? Anche perché il danno, in caso di sottrazione o divulgazione, è irreversibile.

E una volta che avviene la divulgazione non è più possibile ripristinare la situazione precedente alla perdita. Con evidenti danni economici e commerciali.

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Photo by Jason Leung on Unsplash

 

Come si protegge il know-how?

La Direttiva UE 2016/943 dell’8 giugno 2016 sulla protezione del know-how riservato e delle informazioni commerciali riservate (segreti commerciali) contro l’acquisizione, l’utilizzo e la divulgazione illecite negli Stati membri dell’Unione Europea prevede all’art. 1 la Direttiva stabilisce le norme minime per la protezione del segreto commerciale in tutta Europa. E consente agli Stati Membri di

fornire un livello più ampio di protezione contro l’acquisizione, l’utilizzo o la divulgazione illecita dei segreti commerciali rispetto a quello previsto dalla presente direttiva

Nessuna disposizione di legge indica le modalità di conservazione di un segreto commerciale, lasciando quindi ai Tribunali sufficiente potere discrezionale per determinare se il titolare del segreto commerciale abbia effettivamente adottato tutte le misure necessarie per mantenere il segreto tali informazioni.

Alcune informazioni possono essere protette attraverso la proprietà intellettuale (brevetti, diritti su disegni e modelli, diritto d’autore). Ci sono però alcune informazioni che non soddisfano i requisiti minimi per tale tutela.

Il rischio in questi casi è l’acquisizione o la divulgazione di informazioni segrete da parte di concorrenti o terzi.

Rivolgersi a un notaio è senz’altro una delle opzioni che permette di ottenere una prova efficace e legalmente valida circa il tempo della creazione o dell’esistenza di un documento. Ma si tratta di una strada decisamente onerosa.

Anche la conservazione del documento in un luogo sicuro (ad es. banche, casseforti, ecc…) è una modalità perfettamente conforme alla Direttiva UE. Tuttavia l’onere della prova spetta al titolare, che dovrà dimostrare l’origine cronologica e la validità di tali documenti.

Ma ci sono altre misure ragionevoli di tutela?

Tutelare il know-how con la Blockchain

Nel caso di violazione di un segreto commerciale il Tribunale competente deve avere a disposizione vari elementi per determinare la proprietà del segreto e la sua potenziale violazione:

  • la descrizione del segreto commerciale per verificare se soddisfa i requisiti minimi
  • un documento che certifichi cronologicamente il momento della sua creazione, così da determinare la proprietà e la creazione
  • la garanzia che tale informazione sia stata tenuta al sicuro 

In questo senso la Blockchain offre la possibilità di conservare e trasferire dati in modo sicuro attraverso un sistema crittografato.

Tramite la Blockchain è possibile, infatti, caricare documenti che descrivono le informazioni da proteggere. Evitando l’onere di dover tenere tali informazioni al sicuro ed evitandone la perdita. Inoltre si munisce il documento di un “sigillo” temporale, un certificato di proprietà (di informazioni intangibili in possesso in un dato momento). Con la garanzia di incorruttibilità e sicurezza.

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Photo by Patrick Fore on Unsplash

 

La Blockchain può risolvere la questione della protezione dei segreti commerciali e del know-how ed essere conforme alla legge?

La Direttiva UE sui segreti commerciali prevede le “misure ragionevoli” che il titolare deve adottare per conservare il segreto commerciale in condizioni di sicurezza.

La Blockchain consente di proteggere le proprie informazioni mediante cifratura, permettendo al titolare del segreto commerciale di soddisfare il requisito della Direttiva Europea. E può anche essere lo strumento attraverso cui proteggere un segreto commerciale.

Un luogo sicuro per il caricamento delle informazioni nel rispetto del requisito delle “misure ragionevoli”, data l’estrema difficoltà (se non impossibilità) di hacking. Per accedere alle reti Blockchain sono necessarie, infatti, le chiavi di accesso.

Inoltre l’hacker dovrebbe modificare i dati in ogni singolo computer/dispositivo connesso alla rete lasciando, quindi, informazioni rilevanti che potrebbero consentire al titolare del segreto commerciale di risalire all’autore della violazione.

In attesa di come la giurisprudenza si pronuncerà sulla validità della Blockchain come metodo di tutela efficace per il know-how a mio avviso questa soluzione è conforme alla Direttiva Europea. Infatti l’onere della prova spetta al detentore, che deve sempre dimostrare l’origine cronologica e la validità di tali documenti.

E con la Blockchain questo onere è pienamente assolto.  

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