
Are you smart?
Anche lavorare ai tempi del Coronavirus non è consentito. E quando lo è lo si può fare da casa.
L’Italia ha scoperto lo smart working per cercare di far fronte all’emergenza.
Alcune aziende ormai da anni hanno introdotto la possibilità di lavorare anche a distanza, dotando i propri dipendenti di strumenti adeguati e monitorando l’attività svolta.
Ma è nell’ambito dei liberi professionisti che lo smart working ha preso piede maggiormente. Chi di noi non ha mai risposto a una mail mentre era fuori dallo studio? O programmato una conference call dal salotto di casa?
Ma il concetto di smart working è una realtà complessa e articolata, con delle regole precise.
Cosa dice la legge
Lo smart working è stato introdotto dalla Legge n.81 del 2017, in particolare al Capo II (articoli da 18 a 24).
La legge prevede che ci sia:
- un accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi
- l’assenza di precisi vincoli di luogo di lavoro
- l’assenza di orari precisi entro i limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva
- il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa
- un trattamento economico e normativo non inferiore a quello applicato ai lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda
Smart working e Coronavirus
Nell’attuale situazione di emergenza il Governo ha previsto una versione “semplificata” dello smart working, estesa per l’intera durata dell’emergenza stessa a ogni tipo di lavoro subordinato su tutto il territorio nazionale.
Al fine di evitare gli spostamenti e contenere il contagio le attività produttive e professionali possono proseguire la loro attività lavorando da casa e da remoto.
Anche in assenza degli accordi individuali previsti dalla relativa normativa.
Smart working e GDPR
I lavoratori che svolgono le proprie mansioni fuori dai luoghi di lavoro corrono un rischio più alto di infrangere le norme sul trattamento e la sicurezza dei dati aziendali.
Il GDPR non prevede misure particolari in caso di smart working ma si limita a disporre che la scelta dei sistemi di sicurezza deve essere commisurata all’entità dei rischi e della natura dei dati trattati.
Le aziende che hanno già adottato il regime di smart working prima della situazione attuale si sono già dotate di strumenti per rispondere pienamente a tutte le necessità di questa modalità lavorativa.
Hanno fornito ai dipendenti:
- dispositivi appositamente predisposti, con applicativi pronti per una fruizione remota
- software telefonici virtuali adeguati allo scopo
- portali per la gestione del tempo lavorativo (rilevazione presenze, ecc.)
Le aziende che stanno sperimentando adesso il ricorso all’attività lavorativa da remoto stanno spingendo i dipendenti a operare in smart working senza avere idea di come affrontare in modo serio la questione, mettendo di fatto a rischio i dati aziendali.
La maggiore criticità può derivare dal fatto che i dipendenti usano i loro dispositivi personali per accedere ai sistemi aziendali.
Spesso usando connessioni di rete senza aver modificato i parametri standard.
Oppure senza essersi dotati di sistemi antivirus o anti malware.
In questo scenario è quindi alta la possibilità che i computer abbiano malware attivi. O che qualcuno possa intercettare le comunicazioni senza particolari difficoltà. Uno scenario decisamente pericoloso, tanto più se si accede ai sistemi aziendali.
Cosa si può fare nell’emergenza?
- aggiornare e rispettate le policy IT, in particolare con riguardo alla posta elettronica o al telefono aziendali
- evitare il collegamento a reti non sicure
- munirsi di un sistema antivirus
- non usare apparecchi personali per leggere la posta elettronica ma dispositivi forniti dall’azienda
- se possibile impostare un sistema di gestione remota del PC con il quale si possano monitorare e gestire eventuali problemi
- evitare l’uso dei social network o altre applicazioni social facilmente hackerabili dai dispositivi aziendali
Se vuoi sapere come gestire al meglio i tuoi contratti leggi anche il Post “Il contratto ai tempi del Coronavirus“.
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Se vuoi approfondire tutti gli aspetti del GDPR leggi gli articoli della Categoria.
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