
Allarme privacy, aziende italiane “borderline” sul GDPR
L’articolo di Andrea Frollà su corrierecomunicazioni.it lancia un allarme.
Dalla Ricerca dell’Osservatorio Information Security & Privacy del Polimi emerge un dato preoccupante: in Italia un’impresa su cinque non ha idea delle implicazioni che deriveranno dall’entrata in vigore nel maggio 2018 del nuovo Regolamento Europeo sulla protezione dei dati. Il GDPR, General Data Protection Regulation, è stato adottato il 27 aprile 2016 e verrà applicato a partire dal 25 maggio 2018.
Il Gdpr è infatti già realtà per gli Stati membri, ma si applicherà dopo due anni dalla data dell’entrata in vigore, in modo che i soggetti destinatari possano compiere tutte le azioni necessarie per mettersi in regola. Cosa stanno facendo le aziende italiane? Dall’Osservatorio risulta che la consapevolezza delle imprese sul Gdpr è ancora limitata: per il 23% del campione le implicazioni non sono note in dettaglio nell’organizzazione, per il 22% sono note solo nelle funzioni specialistiche, ma non è ancora un tema all’attenzione del vertice. In quasi la metà delle organizzazioni (il 46%) è in corso un’analisi dei requisiti richiesti e dei piani di attuazione possibili, ma solo nel 9% è già in corso un progetto strutturato di adeguamento alla normativa. Solo in pochi casi esiste un budget dedicato (nel 7% con orizzonte pluriennale, nel 8% con orizzonte annuale); nel 35% dei casi sarà stanziato a breve, mentre nel restante 50% non è presente e non lo sarà neanche in futuro.
La consapevolezza delle imprese Italiane sul GDPR è ancora limitata: in quasi la metà delle organizzazioni oggetto della ricerca è in corso un’analisi dei requisiti richiesti e dei piani di attuazione possibili ma, solo nel 9%, è già in corso un progetto strutturato di adeguamento alla normativa. Solo in pochi casi esiste un budget dedicato: nel 35% dei casi sarà stanziato a breve mentre nel restante 50% non è presente e non lo sarà neanche in futuro.
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