Ah, che bellu ccafè, pure ‘n carcere ‘o sanno fà

AH CHE BELLU CCAFE PURE 'N CARCERE 'O SANNO FA LEX AROUND-ME AVVOCATO SILVIA DI VIRGILIO MILANO

Ah, che bellu ccafè, pure ‘n carcere ‘o sanno fà

Nell’epoca dei social e del crowdfunding anche Cosa Nostra si adegua e lancia un nuovo marchio, “Zu’ Totò”, per la commercializzazione di olio e caffè. E inizia con le cialde di caffè.

La figlia di Totò Riina e il marito vogliono iniziare una nuova attività e aprono un sito di E-commerce – zu-toto.scontrinoshop.com –  in cui esordiscono con “Benvenuti su Zu’ Totò” e organizzano una vera e propria prevendita per raccogliere ordini e capitali che servono per avviare una nuova società.

All’interno del sito l’invito:

“Vogliamo commercializzare alcuni prodotti a marchio Zù Totò, iniziamo con le cialde di caffè, facciamo questa prevendita per raccogliere ordini e capitali che servono per avviarci, visto che ci hanno sequestrato tutto senza motivo e stiamo praticamente senza… lasciamo stare, ci rifaremo se ci aiutate. Grazie in anticipo della fiducia, attendiamo numerosi i vostri ordini e poi, il tempo di costituire nuova ditta e vi spediremo quanto pre-ordinato”.

Un vero e proprio crowfunding.

Il lancio dell’attività imprenditoriale era stato annunciato qualche giorno fa da Antonio Ciavarello, – genero di Riina e già ai domiciliari per un residuo di sei mesi di pena dopo essere stato condannato per una truffa commessa nel 2009 – anche con un post sul suo profilo Facebook, che è stato poi rimosso.

Dopo che la questione è stata portata all’attenzione dei carabinieri, che stanno facendo accertamenti per verificare che la pubblicazione sul sito di e-commerce sia effettivamente stata fatta dai Ciavarello-Riina, anche il sito E-commerce non è più disponibile.

Dei profili di legittimità dell’iniziativa commerciale se ne occuperanno le forze dell’ordine.

Ma il marchio“Zu’ Totò” ha i requisiti per essere validamente registrato?

C’è da dire che da un punto di vista meramente formale, il marchio presenta tutti i requisiti di validità per la sua registrazione.

Sicuramente si tratta di un marchio dotato di capacità distintiva e, quindi, idoneo a contraddistinguere il prodotto.

Altrettanto rispetta il requisiti di novità, con un rischio di confusione per i consumatori pari a zero.

Anche la liceità, intesa come requisito del marchio sarebbe rispettata: il marchio non può contenere segni contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume, stemmi o altri segni protetti da convenzioni internazionali.

Certo, consentire la registrazione di un marchio che rimanda a valori e principi mafiosi dovrebbe, forse, prendere in considerazione un ambito più ampio di contrarietà alla legge.

Ma si sa, il caffè è una passione degli Italiani e nessuno resiste al suo richiamo, nemmeno Cosa Nostra.

 

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